La nostra storia

Si parte dal 1805

Le origini

L'Istituto Tecnico Industriale "Amedeo Avogadro" ebbe origine l'11 gennaio 1805 (secondo l'allora calendario francese) quando il Municipio torinese creò una scuola serale di disegno per artisti ed industriali; vi si insegnava la geometria, l'architettura, l'ornato e la figura umana. Dopo l'unità d'Italia per iniziativa del Comune e di privati vi si aggiunsero altre istituzioni scolastiche. Nel 1878 grazie ad un lascito del marchese Ainardo Benso di Cavour, nipote del Conte Camillo, iniziò a funzionare la scuola serale di chimica "Cavour". Nel 1900, con il decollo industriale di Torino, si ebbe un considerevole aumento di iscritti, il comune riunì in uno stesso edificio appositamente costruito tre sezioni: Scuola di arti e mestieri, Scuola serale di disegno, Scuola serale di chimica Cavour. Era il maggior complesso scolastico piemontese a gestione essenzialmente comunale.

Nel 1914 l'Istituto Professionale Operaio con i suoi 2500 alunni suddivisi nei corsi serali era considerato tra i migliori d'Italia. Nel 1923 con la riforma Gentile si ebbe l'assetto definitivo dell'istituto torinese: nasceva il Regio Istituto Industriale di Torino con quattro specializzazioni: meccanici, elettricisti, chimici, tessili e tintori. Nacquero i Corsi triennali per tecnici superiori ( post diploma) poi affossati per contrasti con il Politecnico. I rapporti con il mondo del lavoro erano vivi e costanti: Fiat, Sip ed aziende grandi e piccole del settore meccanico e metallurgico assumevano maestranze e tecnici provenienti dall'Istituto e la popolazione scolastica era in continuo aumento. Dal 1941 funzionava la specializzazione di costruttori meccanici. Nel 1946 l'Istituto fu definitivamente dedicato ad Amedeo Avogadro, ampliato strutturalmente e arricchito di officine e laboratori. Negli anni cinquanta e sessanta l'Istituto per la serietà degli studi era considerato un piccolo Politecnico. Nel dopoguerra si è intensificato un processo di progressivo decentramento delle specializzazioni, con la nascita dell'Istituto per Tessili e Tintori "Guarrella" (1942); l'Istituto per Chimici "L. Casale"(1956); l'Istituto per l'Elettronica "G. Peano"(1961); l'Istituto per le Telecomunicazioni "Pininfarina"(1967); l'Istituto "Grassi" per le Costruzioni Aeronautiche (1977); per arrivare infine al "Primo Levi" (1984) e all'E. Fermi (1989). Si può affermare che la gran parte dell'istruzione tecnica a Torino ha avuto origine dalla scuola di Corso San Maurizio. Più recentemente sul piano delle iniziative sperimentali l'Avogadro ha istituito tra i primi in Italia il Progetto Sirio per gli studenti lavoratori del Corso Serale, nonché il Liceo Scientifico Tecnologico che insieme ad Elettrotecnica e Automazione, Informatica e Meccanica costituisce il ventaglio dell'offerta formativa della scuola.

Oggi la riconosciuta considerazione di cui gode l'Istituto nasce dal continuo aggiornamento tecnologico e didattico sia sul piano dei contenuti formativi, che sul piano delle strutture ambientali e delle attrezzature tecnico scientifiche. Lo stile educativo e le iniziative che tendono a rendere comunitaria e condivisa la presenza e permanenza nell'Istituto, sono in assonanza con un coinvolgente rapporto con l'ambiente studentesco, con "giovani che non scansano la fatica e adulti che non scansano la responsabilità", in uno sfondo di "apertura verso la società circostante, perché solo una scuola che va oltre la scuola diventa una vera scuola", nella sua missione civile e nella sua valenza sociale.

L'Avogadro si caratterizza esteticamente come una costruzione liberty compiutamente ripristinata nella sua struttura da recenti restauri che ne hanno valorizzato e sottolineato la sua inconfondibile estetica. Attraverso molte delle sue ampie vetrate si ha una visione unica della Mole Antonelliana che lo sovrasta quasi a voler ricordare che siamo al centro di Torino. Da un'altra angolazione si vedono a poca distanza l'Auditorium della Rai ed i Giardini Reali che attraversando portano in piazza Madama. La Segreteria e il Rettorato dell'Università, nonché la sede di "Palazzo Nuovo", sono nelle immediate vicinanze.

Gli ampi locali sono stati nell'ultimo decennio pressoché interamente rinnovati ed e' stata realizzata una grande palestra ed una mensa. Tra gli ambienti molto utilizzati anche adibiti a possibilità di utilizzazione esterna, si possono citare la Biblioteca dotata di oltre ventimila volumi e soprattutto l'Aula Magna dotata delle più moderne soluzioni audiovisive e che viene messa a disposizione di Associazioni ed Enti attraverso una autonoma entrata da via Rossini. L'Istituto è facilmente raggiungibile dalla Stazione ferroviaria di Porta Nuova ed è ben collegato con diverse linee di mezzi pubblici.

Laboratori meccanici inizio XX secolo
Laboratori meccanici inizio XX secolo.

Inizi 900

L' Avogadro nei primi anni del secolo

Con l'inizio del nostro secolo, il decollo industriale della città provocò un notevole aumento degli iscritti nelle scuole comunali professionali e in particolare in quella di Arti e Mestieri.

Pertanto il comune decise di riunire in uno stesso edificio, appositamente costruito, oltre la scuola di arti e mestieri, anche la scuola di chimica Cavour e i numerosi corsi superiori delle scuole serali di disegno.

La sede scelta fu il terreno dell'ex mercato del vino in corso san Maurizio. La spesa iniziale preventivata fu di 320.000 lire, ma con le successive modificazioni e ampliamenti superò le 800.000 lire. Il complesso della nuova istituzione prese il nome di Istituto Professionale Operaio, diviso in tre sezioni: Scuola di arti e mestieri, Scuole serali di disegno. Scuola serale di chimica Cavour.

II nuovo istituto, diretto dall'ing. Ignazio Verrotti, divenne ben presto il più importante tra tutte le nuove istituzioni scolastiche torinesi. Nella sezione diurna di Arti e Mestieri, gli allievi passarono da 131 nel 1900 ai 264 nel 1909. Di fatto nel 1910 si ebbero le prime modifiche per rendere la scuola più consona alle nuove esigenze industriali: veniva divisa in due parti, la scuola diurna di meccanica e la scuola di arti fabbrili, entrambe di durata quinquennale. Gli iscritti nel 1914 erano 629, ma l'intero Istituto Professionale Operaio, con i corsi serali riordinati e meglio organizzati, raggiungeva le 73 classi e superava i 2500 alunni. Era il maggior complesso scolastico torinese e piemontese, a gestione essenzialmente comunale. "L'Istituto Professionale Operaio è certamente tra i migliori d'Italia" affermava il presidente della lega industriali di Torino. Nel 1915 fu soppressa la Scuola di arti fabbrili e i corsi furono riordinati in Scuola professionale di primo grado (o Scuola popolare di arti e mestieri), di durata triennale, e in Scuola professionale di secondo grado (o scuola industriale per meccanici ed elettricisti), di durata quadriennale: i titoli avevano valore legale.

Entrambe le scuole furono costituite in ente autonomo, posto alle dirette dipendenze del Ministero dell'Industria, commercio e lavoro con la denominazione di Regia Scuola Industriale di Torino (1 ° e 2° grado): alle spese per il funzionamento contribuivano per i 2/5 il Ministero e per i 3/5 il Comune, che offriva anche la sede di corso san Maurizio, dove continuavano inoltre a funzionare le scuole serali comunali e dove dal 1916 ebbe inizio la scuola diurna di chimica industriale, trasformata poi in Istituto per le industrie chimiche.

L'assetto definitivo dell'istituto torinese si ebbe con l'applicazione della riforma Gentile del 1923: nasceva il Regio Istituto Industriale di Torino, con quattro sezioni er ottenere il titolo di periti nelle diverse specializzazioni: meccanici, elettricisti, chimici, tessili e tintori; vi si potevano iscrivere i licenziati di scuola di avviamento, annessa all'istituto e sorta dalla trasformazione della scuola professionale di primo grado.

I corsi serali si trasformarono intanto in corsi per maestranze, aperti alle esigenze dei vari settori industriali locali. Superati brillantemente gli anni di organizzazione e ricostruzione di tutte le attrezzature necessarie e dei macchinari, con l'appoggio finanziario di vari settori industriali, l'Istituto rappresentò, sotto la direzione dell'ing. Ramiro Morucci, un interessante momento di dibattito: vi nacquero i Corsi triennali per tecnici superiori (post diploma), poi affossati per contrasti col Politecnico; divenne sede del Laboratorio per l'organizzazione scientifica del lavoro e del Laboratorio di psicotecnica e per l'orientamento professionale a cui facevano capo anche le scuole di altri istituti piemontesi. Inoltre si facevano stretti i contatti fra industria e scuola continuati da Plinio Luraschi (1932-1954), che portò l'istituto ad essere un punto di riferimento costante dell'istruzione tecnica non solo torinese ma anche piemontese.

I legami tra scuola, industria e mondo imprenditoriale erano costanti e continui: del resto nel Consiglio di amministrazione figuravano i rappresentanti delle grandi industrie, la Fiat e la Sip (Societò idroelettrica piemontese), mentre i diplomati trovavano facilmente occupazione ed erano anzi ricercati. Inoltre alle quattro specializzazioni iniziali si aggiunsero nel 1930 quella per periti radiotecnici e per periti edili, con un impianto completo e moderno di officine, laboratori, gabinetti per il controllo dei materiali e per le misure di precisione. Tutta questa ricchezza tecnica fu messa a disposizione della piccola e media industria: l'istituto aspirava - scrivevano le autorità scolastiche di allora - "a funzionare in forma ufficiale quale laboratorio sperimentale riconosciuto per le industrie della regione, almeno per quelle che operano nel campo meccanico e metallurgico".

I rapporti col mondo del lavoro erano quindi molto stretti e si consolidarono con gli anni: diverse fabbriche organizzavano brevi corsi di riqualificazione non solo per le maestranze, ma qualche volta anche per i dirigenti.

La popolazione scolastica era ogni anno in notevole aumento (ci riferiamo soltanto all'istruzione tecnica vera e propria, tralasciando i corsi serali e la scuola di avviamento, che dal 1941 cessò di far parte dell'istituto): da 353 iscritti nel 1935 si passava a oltre 7 000 nel 1940. Dal 1941 funzionava per la prima volta la nuova specializzazione di costruttori meccanici.

Le grandi guerre

L'Istituto nel dopoguerra

Durante la guerra e la resistenza anche l'istituto, dedicato dal 1935 a Pierino Del Piano, ebbe i suoi martiri e i suoi patrioti. Ma la sua crescita subì anche una brusca frenata.

Con la liberazione la scuola riprese a funzionare nei corsi diurni e serali, per la cui riorganizzazione intervenne nel 1947 presso il Ministro della pubblica istruzione Guido Gonella lo stesso presidente della Fiat prof. Vittorio Valletta.

Fino agli anni cinquanta si operò principalmente per rimettere in sesto e rinnovare gli impianti. Così l'istituto, dedicato dal 1946 ad Amedeo Avogadro, ampliato dal punto di vista edilizio, sistemato nei vari corsi con officine e laboratori, era pronto ad assumere la guida della preparazione e formazione tecnica necessaria alle varie industrie locali; si riannodavano anche i legami con le grandi aziende, Fiat, Sip, Lancia Eiar (il vice presidente della Fiat, Giancarlo Camerano, presiedeva il Consiglio di amministrazione), mentre l'evoluzione tecnica e tecnologica nell'industria richiedeva nuovi tecnici specializzati.

Così l'istituto si apriva a queste esigenze: dal 1954 iniziavano a funzionare i corsi di perfezionamento in elettronica industriale e i corsi di specializzazione in televisione e perfezionamento per i periti radiotecnici.

Nel 1960 anzi, dietro pressione di alcune industrie, la specializzazione di radiotecnica cambiò nome in telecomunicazioni, con programmi più aderenti alle nuove tecnologie. Infine dal 1962 si aprì la nuova specializzazione in energia nucleare, i cui tecnici erano richiesti per le centrali termonucleari in costruzione.

1960-1990

L'Avogadro nella seconda metà del XX° secolo

L'istituto negli anni cinquanta e sessanta era considerato, per la serietà dei suoi studi, per la varietà delle sue specializzazioni e la modernità dei suoi laboratori, un "piccolo Politecnico". Le premiazioni annuali degli allievi, a cui partecipavano i dirigenti delle grandi e medie industrie di Torino e provincia, consolidavano "quel vincolo ideale che unisce la scuola alla vita produttiva del Paese e lo concreta in un efficace interessamento reciproco".

Merito di questo sviluppo va certamente anche al preside Francesco Barra Coracciolo (1954-1967), che l'aveva condotto ad un grado di potenziamento e di efficienza che "mentre ha soddisfatto - si legge in una relazione del 1967 - brillantemente alle esigenze ed aspettative di Torino, in continua espansione, consentirà anche di evolversi ulteriormente nel quadro mutevole delle programmazioni cittadine e nazionali".

Invece negli anni successivi, e per tutti li anni settanta, per i cambiamenti di clima e 9 situazioni politiche ed economiche, l'istituto Avogadro vede attenuarsi il suo prestigio. Si compiva intanto un processo, cominciato molti anni prima, di progressivo decentramento delle diverse specializzazioni, che diedero vita a scuole autonome: Istituto per Tecnici e Tintori G. Guarella (autonomo dal 1942); Istituto per Chimici Industriali L. Casale (1956); Istituto per l'Elettrotecnica G. Peano (1961); Istituto per le Telecomunicazioni e l'Ingegneria nucleare Pininfarina (1967); Istituto per le Costruzioni Aeronautiche A. Grassi (1974). In seguito l'Istituto ha anche "generato" gli Istituti Primo Levi (1984) e Enrico Fermi (1989). Possiamo affermare che gran parte dell'istruzione tecnica a Torino ha avuto origine dalla scuola di Corso San Maurizio, dove per alcuni anni rimasero solo le specializzazioni di Meccanica ed Elettrotecnica.

Ma, al di là della riduzione delle specializzazioni, quel che venne meno all'Avogadro negli anni settanta fu la connessione tra istituzione scolastica e società civile, che aveva invece contraddistinto le politiche della scuola fino dai suoi esordi; tale "dialogo" riprese poi nel 1978 con l'arrivo alla guida dell'Istituto dell'attuale preside Giulio Cesare Rattazzi, proveniente dalla precedente direzione di un altro storico Istituto tecnico italiano, I'I.T I.S. Cobianchi di Verbania: un uomo di scuola, ma attento alle esigenze della società e convinto sostenitore di un rapporto sempre più stretto tra formazione scolastica, formazione professionale e formazione del cittadino.

1980-2000

Il nuovo millennio ci ha portati a nuove sfide per continuare ad offrire competenze e strumenti adeguati ai tempi. 
Con la guida del Preside Giulio Cesare Rattazzi il grosso lavoro di ristrutturazione dell' edificio è terminato con la realizzazione della nuova palestra e un potenziamento dei laboratori di informatica e automazione.

Sono state aggiunte le scale antincendio e la splendida facciata liberty ha ritrovato i suoi colori originari.

Oggi

Situazione attuale

Questa tradizione di prestigio continua anche oggi, l’Istituto è impegnato su vari fronti per offrire il meglio con laboratori sempre aggiornati e attrezzati con i più moderni e costosi macchinari ( l’Istituto ha sempre costantemente investito in tecnologie avanzate sia nel settore della Meccanica che dell’Elettrotecnica e dell’Informatica) e con attività volte a mantenere vivi l’attenzione e i collegamenti con la realtà torinese e piemontese.

Le moderne attrezzature e i laboratori multifunzionali permettono ai docenti di attuare una didattica attenta ai fabbisogni del mercato del lavoro e sempre al passo coi tempi.

Costante è anche la ricerca dell’equilibrio tra la salvaguardia del rigore degli studi curricolari e la proposizione di attività aggiuntive, finalizzate ad un maggiore coinvolgimento degli studenti.

L’Istituto possiede inoltre un corpo docenti da sempre abituato a ricercare, programmare, aggiornarsi e innovare. Non si trascura il fattore umano, tanto che ci si avvale costantemente dell’esperienza di uno psicologo.

Un altro fronte su cui l’AVOGADRO lavora molto è il collegamento fra scuola e mondo del lavoro; l’attività formativa dell’Istituto si è infatti distinta come presenza significativa nel panorama della Torino industriale per tutto l’arco di questo secolo, forte della considerazione e della collaborazione che le maggiori industrie torinesi gli hanno sempre riservato. I contatti con le aziende che operano sul territorio sono costanti e vengono organizzate da diversi anni anche visite e stages di lavoro aziendali, accessibili anche agli studenti del corso serale che possono liberarsi dagli impegni lavorativi, e attività all’interno della scuola con la presenza di tecnici ed esperti.

Oggi l’I.T.I.S. AVOGADRO, (ora I.I.S. A. Avogadro) è una realtà educativa molto importante in Torino ed ospita il corso serale più grande, nel settore industriale, d’Italia. Le figure professionali che si formano sono:

Periti Informatici --> ora Indirizzo "Informatica e Telematica"

Periti Meccanici --> ora Indirizzo "Meccanica, Meccatronica ed Energia"

Periti Elettotecnici --> ora Indirizzo "Elettronica ed Elettrotecnica"

Nell'Istituto è presente dall'anno scolastico 2012/2013 il Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate (evoluzione dell'indirizzo Scientifico Tecnologico progetto Brocca).

All’interno dell’Istituto viene svolta una attività didattica personalizzata e attenta al processo di apprendimento degli allievi (Progetto Sirio) affiancata da altre attività extracurricolari e di perfezionamento (corsi post-diploma, corsi professionalizzanti di durata limitata, corsi di sostegno anche per studenti stranieri) e da attività integrative culturali e tecnico–professionali (conferenze, viaggi culturali, scambi con l’estero...).

L’Istituto è abilitato al rilascio della Patente Europea del computer (ECDL). I nostri alunni possono frequentare il corso parziale o completo a secondo della loro preparazione di base. E’ inoltre sede di Corsi di qualifica professionale Regionale di C.A.D. e di Automazione (P.L.C.). Verranno inoltre attivati corsi di Controllo Numerico e di C.A.T.I.A.

Anche per il corso serale è stato istituito un servizio di consulenza psicologica con presenza di esperti in istituto, al fine di offrire un sostegno agli studenti lavoratori, migliorare lo “stare a scuola” e venire loro incontro nel caso di problemi personali.


La filosofia dell’Avogadro, in conclusione si identifica, da sempre, nell’investire per il futuro.

150 anni a scuola
Presentazione Avo oggi